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Charles Morris
Charles Morris

La Principessa E Il Folletto


La principessa e il folletto (The Princess and the Goblin) è un film d'animazione del 1991 diretto da József Gémes, adattamento del libro per bambini omonimo di Malcom McDonald, noto in Italia anche come La principessa e i goblin




La principessa e il folletto


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Il principe follettoTitolo originaleLe Prince lutinAutoreMarie-Catherine d'AulnoyRaccoltaI racconti delle fateNumero fiaba4Prima edizione1697PaeseFranciaNella stessa raccolta:PrecedenteL'uccello turchinoSuccessivaLa principessa PrimaveraIl principe folletto è un racconto francese in I racconti delle fate di Aulnoy.


Leandro pensa sia meglio andarsene dal regno e va a portare da mangiare alla vipera, ma al suo posto trova la fata Gentile che si mette a sua disposizione per ripagarlo di averle salvato la vita. La fata può fare qualunque cosa per lui, persino trasformarlo in un folletto: l'idea a Leandro piace e la fata lo rende tale, poi gli dona un berretto rosso che potrà renderlo anche invisibile. Leandro prova i suoi poteri e in un attimo raccoglie e dona tre rose a Gentile. Lei però gliele lascia: una gli darà tutto il denaro di cui avrà bisogno, una lo aiuterà a capire se la sua amata gli sarà fedele, e l'altra lo proteggerà dalle malattie.


Non potendo accedere normalmente all'isola, Leandro lascia Abricotine sulla riva del fiume per poi entrare nel territorio delle Amazzoni con i propri poteri magici. Il palazzo dorato è simile a un paradiso in terra dove si celebrano la scienza, la natura, le arti e le attività umane, ma non c'è un solo uomo rappresentato. L'appartamento della principessa è fatto di specchi, il suo trono è un'unica perla scavata a forma di conchiglia, e le ancelle si sono vestite da ninfe per suo diletto, ma tra le tante meraviglie è proprio la principessa quella che colpisce di più Leandro, che ormai ha superato Blondine e si è innamorato di nuovo. La principessa è preoccupata per la scomparsa di Abricotine, ma Leandro finge di essere uno dei pappagalli presenti nella stanza e rivela che un principe ha salvato la sua ancella. La principessa non ci crede, ma Abricotine torna e conferma quella storia. La principessa è molto interessata a Leandro: che un uomo abbia salvato la sua ancella sconvolge tutto ciò che la fata sua madre le ha insegnato.


Durante un banchetto Leandro canta una canzone d'amore con la voce di un canarino. La principessa è impressionata, ma crede che sia stata Abricotine a insegnare la canzone ai canarini e non ci pensa molto. Essendo affamato Leandro mangia tutte le pietanze prelibate che vengono servite a Bluet, il gatto blu della principessa. Nessuno si accorge che non è Bluet a mangiare, tranne il gatto che non ne è molto contento. Più tardi la principessa e Abricotine parlano in privato di Leandro, che non sanno essere con loro. La principessa non vuole far entrare il cambiamento nel suo regno e ha mandato il proprio ritratto nei vari regni perché gli uomini si sentissero miseri nel desiderarla e non poterla mai vedere in persona, ma ora lei spera che uno di quei ritratti possa finire nelle mani di un principe come quello che ha salvato Abricotine, e un tale principe le piacerebbe conoscerlo.


Il giorno dopo Leandro dipinge un ritratto della principessa e anche uno proprio, e li lascia nella stanza di lei. La principessa crede che sia stata Abricotine a portarli là: la giovane riconosce Leandro, ma non ne sa nulla e temendo i dipinti siano opera di una creatura magica consiglia alla principessa di distruggerli. Leandro però fa sparire il proprio ritratto, cosa che spaventa la principessa ma le fa anche desiderare di ritrovarlo.


Alcuni giorni dopo la principessa desidera informarsi sulla moda delle dame in tutto il mondo, così Leandro prepara per la principessa una stanza piena di bambole vestite degli abiti presi in tutto il mondo in soli tre giorni, e ogni bambola ha in mano un regalo per la principessa. Leandro le restituisce il proprio ritratto e le lascia anche un altro messaggio in cui si firma Principe Folletto. La principessa è innamorata e va da sola in una grotta a guardare il ritratto di Leandro. Lui prima si finge una statua, poi però si toglie il cappello e appare col suo vero aspetto davanti a lei per cantarle dei versi. La principessa però si è spaventata e alla fine sviene. La principessa crede che il principe folletto che l'ha assistita dopo che è svenuta sia orrendo perché non si mostra, e non ha capito che lui e la statua che ha preso vita sono la stessa persona. Abricotine dice alla principessa che la sua storia inizia a somigliare a quella di Amore e Psiche, ma la principessa non crede che una lieta storia d'amore sia nel suo destino. Intanto Leandro rimane nella grotta perché non vuole più spaventarla.


Nel frattempo uno solo dei rapitori di Abricotine ritorna a corte da Furibon, informandolo che solo con un esercito si può accedere all'isola delle Amazzoni. Il padre di Furibon è morto e ora lui è re, quindi prepara un'armata di quattrocentomila uomini contro le amazzoni. Abricotine viene mandata nelle Terra delle Fate per chiedere aiuto alla madre della principessa, ma la fata è furiosa: sa benissimo che Leandro è nel palazzo della figlia e che lei ricambia il suo amore, rendendo inutili tutti i suoi insegnamenti sul diffidare degli uomini. La fata quindi rinnega per sempre sua figlia e si rifiuta di aiutarla.


Vedendo la principessa in difficoltà Leandro si traveste da amazzone e va al campo di Furibon: conoscendone l'avarizia, la finta amazzone gli offre a nome della principessa qualunque somma di denaro lui desideri. Furibon richiede abbastanza oro da riempire trenta stanze. Leandro usa la rosa per dare a Furibon tutto l'oro che desidera, ma quello è tanto avaro che vuole tenere quell'amazzone più a lungo e non ha ancora rinunciato a catturare la principessa. Leandro però torna invisibile: tutti i soldati vanno a cercare l'amazzone scomparsa e Leandro sfrutta l'occasione per tagliare la testa a Furibon. Leandro arriva invisibile dalla principessa e gli porta la testa di Furibon, ma Abricotine riconosce la sua voce. La principessa quindi capisce che il folletto e il giovane principe sono la stessa persona.


Di fatti una mattina il papà non sorride più, non si diverte con gli sforzi giocosi della figlia che cerca in tutti i modi di fargliela ritornare. E così la principessa Klara decide di andarla a cercare di persona, scappa dal castello e si sposta in direzione foresta incantata e dopo varie peripezie e incontri magici come quello di Krullig un folletto verde che ascolta i suoi pensieri, riesce a trovarla. Una vecchia strega la custodiva gelosamente, il re preoccupato per la sua assenza, alla fine, ritrova la figlia che torna al castello.


La principessa e il Goblin (versione originale inglese: La principessa e il Goblin ) è uninglese per bambini 's fantasia romanzo scritto da George MacDonald . E 'stato pubblicato per la prima volta nel 1872 dalla casa editrice britannica Strahan & Co .


La principessa Irene, otto anni, vive da sola in un castello in un regno selvaggio, desolato e montuoso, con solo la sua tata Lootie per compagnia. Suo padre, il re, è spesso assente e sua madre è morta. Non lontano dal suo regno, una razza di goblin a lungo bandita dal regno vive nelle miniere. Vogliono vendicarsi dei loro vicini umani. Un giorno di pioggia, la principessa esplora il castello e scopre una donna bellissima e misteriosa, che si presenta come la sua bis-bisnonna. Le offre un anello attaccato a un filo invisibile che solo lei può vedere, permettendole di non smarrirsi mai.


Quando Curdie esplora il dominio dei Goblin, viene imprigionato dalla loro regina. Viene salvato dalla principessa Irene con l'aiuto del suo anello magico. Durante la loro fuga, Curdie ruba una delle scarpe di pietra della Regina Goblin. Curdie apprende in seguito che i Goblin intendono rapire la Principessa per costringerla a sposare il Principe Goblin Labbra. Curdie avverte le guardie del palazzo, ma viene imprigionato e contrae la febbre per un infortunio alla gamba. Nel frattempo, i Goblin entrano nel palazzo per rapire la principessa; allagano le miniere. Tuttavia, questi sono collegati al castello, in modo che i Goblin vengano uccisi nel palazzo, anch'esso allagato. Curdie ha la fortuna di riuscire a scappare grazie alla bisnonna di Irene. E poiché ha salvato la principessa, per ricompensarlo, il re gli chiede di servire come guardia del corpo. Ma, Curdie rifiuta, dicendo che non può lasciare sua madre e suo padre; accetta come ricompensa una gonna rossa per sua madre.


Negli anni '60, il romanzo fu adattato in un cartone animato da Jay Ward per la sua serie di Fractured Fairy Tales on the Rocky and Bullwinkle Show . In questa versione, gli innocenti goblin sono costretti a vivere nei sotterranei. Il Re dei Goblin si innamora della principessa, ma un principe la salva recitando poesie, i goblin la odiano.


Così quando tornò a splendere il sole il Re giunse a palazzo tenendo per mano quella bellissima donna misteriosa, tra lo stupore dei cortigiani che non avevano mai immaginato che nella loro terra potesse esistere una tale bellezza. Pochi giorni dopo si celebrarono le nozze ed il regno ebbe la sua nuova regina. La principessa Carolina accolse con gioia la matrigna e, pur trovandola un poco fredda e severa, cercò di affezionarcisi.


"Se volete continuare a saccheggiare il paese dovete farmi un piacere... disse Corvina ai suoi fratelli al prossimo plenilunio rapite la principessa che è andata ad abitare nell'ultima casupola del paese... c'è solo la vecchia balia con lei... "


Luna piena. I tre orchi calarono dalla montagna e giunti a casa della balia scardinarono la porta, riempirono di botte la povera vecchia e rapirono la principessa Carolina, trascinandola sulla montagna, nella loro grotta. Là la incatenarono con un collare al collo, come un cane. La poveretta si vide perduta. Ora dovete sapere che al di là della montagna, a Centocampi, viveva un ragazzo orfano, biondo, basso e magrolino. Giacomino di nome e Mino di soprannome, che stufo di fare il servo di stalla per pochi soldi aveva deciso di andare a cercare fortuna. Così preso con sé un fagottino con le sue poche cose ed il suo flauto che sapeva suonare con maestria e da cui non si separava mai, si incamminò sul sentiero e cammina che ti cammina, suonando ora una canzoncina allegra ora una triste a secondo dell'umore, giunse nei boschi che circondano il monte Lema. 041b061a72


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